Paola Dejaco e lo scambio tra Real Life e Virtual Life
Fatto l’avatar cercammo di darle una personalità ben precisa, un suo modo di parlare, di chattare di esprimersi. Ci mettemmo a fianco del PC una scheda anche della sua parte “umana”.
Altezza, peso, taglia, giorni delle mestruazioni, studi fatti… in che università, in che anno e con quali voti.
Ci informammo su chi erano i professori all’epoca della sua frequentazione ai corsi di psicologia nell’università australiana dove aveva preso la laurea.
Un lavoro capillare e molto preciso. Utilizzammo la tecnica del: un po’ di vero, un po’ di verosimile e un po’ di falso.
Alexy aveva preso vita propria, interagendo con gli altri “abitanti” di S.L., ormai faceva parte di quel mondo. I primi scambi tra reale e virtuale erano stati effettuati.
Esisteva una scrittrice, reale ma invisibile, e un Avatar virtuale che aveva un profilo Facebook, una mail con la quale interagiva con il mondo reale ma soprattutto che rispondeva ai contatti che le arrivavano anche dalla Real Life.
Sì perché Alexy in quel periodo intrecciava rapporti virtuali con Avatar maschili che poi, in molti casi, pretendevano un contatto reale.
Ovviamente impossibili da esaudire, però, sempre per cercare di portarla il più possibile nel mondo umano la dotammo di un indirizzo: affittammo un ufficio, di quelli temporanei, in centro a Milano.
Ricevette diversi regali: da un pareo spagnolo a bottiglie di vino rosso… di cui Paola era una vera esperta.
Le due realtà cominciavano a fondersi. Ora si trattava di scambiarle definitivamente.
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