L’Alexy project
Voglio cominciare da qui, non perché questo sia stato il mio primo libro, ma perché è stato quello più importante. L’Alexy project è un vero e proprio esperimento sociologico, dove sono riuscito a dimostrare che reale e virtuale hanno un confine veramente labile… quando addirittura non si ribaltano o sovrappongono.
Seguite come è nato…
La partenza
Nel 2008, preso da una rabbia anti-tasse, mi dissi: ora basta, apro un sexy shop!
All’epoca avevo un’attività produttiva di stampati (una tipografia) e uno studio di comunicazione e grafica.
Sì però anche un sexy shop paga le tasse… mi dissi… bene, allora lo faccio virtuale. In Second Life.
Detto, fatto. No, non il sexy shop in Second Life… mi sono collegato, ho creato un Avatar, maschile: tale Arcantes Moyet, e ho cominciato a gironzolare per quel mondo virtuale alla ricerca di come fare per aprire un sexy shop.
Mi sono subito reso conto delle potenzialità del luogo. Della forza delle chat, del come, quasi magicamente, le persone che guidavano gli Avatar abbassavano le barriere sentendosi protette dall’anonimato e da come si avverava una sorta di transfert freudiano tra l’umano e il suo alter ego virtuale.
Ci pensai qualche giorno poi creai un secondo Avatar, questa volta donna: Alexy Solo.
Per qualche giorno girai in Second Life con questo nuovo Avatar, in fondo era divertente, potevo dare sfogo alla mia parte femminile.
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